Trovato il modo di combattere il Parkinson: con il primo paziente italiano è un successo

Gli esperti hanno trovato un modo efficace per combattere il Parkison. Che cosa è stato scoperto nello specifico?

Una delle patologie più diffuse del mondo è il morbo di Parkinson. Si tratta di una sindrome caratterizzata da una forte rigidità muscolare e che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi. Il tremore durante lo stato di riposo è fra le cause più comuni. Inoltre può aumentare i disturbi di ansia e provoca difficoltà ad iniziare o terminare i movimenti. Anche il disturbo legato all’equilibrio o all’andatura impacciata è un esempio.

Scoperto come combattere il Parkinson
Parkinson: come combatterlo grazie a Neuralink – Meltyfan.it

Per fortuna non è una malattia mortale ed è possibile conviverci senza problemi. Però molte persone devono seguire un trattamento specifico per riuscire a gestirla e a vivere ogni giorno. Gli scienziati potrebbero aver trovato una soluzione a questa sindrome. Difatti hanno condotto degli esperimenti per aiutare tutti coloro che sono affetti dal morbo di Parkinson. Che cosa hanno scoperto di molto interessante?

Morbo di Parkinson, potrebbe essere curato in questo modo: è geniale

L’idea è quella di introdurre un microchip nel cervello di queste persone. Ad occuparsene da diverso tempo è proprio Neuralink, la società gestita da Elon Musk in persona. Questi chip avrebbero il compito di tenere a bada la malattia nel corso del tempo. E se fino a questo momento non c’era mai stata alcuna conferma, adesso abbiamo un caso in Italia di cui parlare. Gabriel Selmi è il primo italiano che si è sottoposto a un intervento di installazione del microchip.

Scoperto come curare il Parkinson
Ecco come potrebbe essere curato il Parkinson – Meltyfan.it

Dopo alcuni mesi dall’operazione ha ripreso a pedalare sulla propria bici. Inoltre non ha avuto problemi con altre attività diversamente da prima dell’intervento. Questo perché il microchip permette una stimolazione dei nuclei del cervello e registra l’attività motoria. Grazie a queste informazioni gli scienziati sono in grado di ottenere maggiori dettagli sugli effetti del chip quando viene installato con successo.

Per funzionare i medici hanno introdotto un elettrodo di 1 millimetro nel nucleo subtalamico. Si tratta della regione del cervello coinvolta nella regolazione dei movimenti volontari. Così facendo i neurologi hanno regolato la stimolazione dell’elettrodo. E i risultati che sono stati ottenuti sono di enorme portata, in questo caso. Staremo a vedere se anche tanti altri italiani seguiranno la stessa strada di Gabriel Selmi. Le sperimentazioni sono andate molto bene e per ora non sembra che ci siano stati problemi.

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